A proposito di relazione, come vi siete trovati a lavorare insieme, come è partito il progetto per “L’Argine” (nda: Edizioni Becco Giallo, 2016), come è nata l’idea e come l’avete sviluppata?
Rocco: è partita come una commissione...
Marina: be’, una commissione non dal nulla, però. È stata una richiesta di lavorare su del materiale, da parte di una persona che conoscevamo già da tempo, con cui avevamo già collaborato, con cui abbiamo molte affinità. Insomma, abbiamo accettato per questi motivi innanzitutto, ma anche anche perché ci proponeva un lavoro che noi in realtà stavamo già facendo, ovvero raccogliere storie riguardanti determinante realtà. Ci è stato proposto addirittura di essere pagati per farlo!
Eravate pronti a lavorare insieme?
Marina: no! (risate). In realtà abbiamo lavorato tanto insieme ma ad altre cose. Lavorare a un libro insieme è stato davvero tosto, davvero dura.
Rocco: il fumetto, per quanto poi diretto immediato, richiede poi un lavoro molto duro nella fase di costruzione.
Anche il tratto? Far quadrare due tratti molto diversi come i vostri?
Rocco: è stata quasi una sfida, una provocazione di chi ce l’ha proposto. C’era da lavorare molto a riguardo, ma in fondo sapevamo che saremmo riusciti a farli quadrare, perché nonostante i nostri stili siano proprio agli antipodi, si nutrono dello stesso humus, quindi i contenuti sono molto vicini. Alla fine si è trattato “solo” di combinarli. Il problema grosso è stato invece la costruzione, la sceneggiatura, che si basa su fatti veri che abbiamo un po’ romanzato, inventando un personaggio che li raccontasse in una chiave diversa. Quindi la difficoltà maggiore è stata proprio la scrittura, che è il primo passo che porta alla creazione del fumetto.
Marina: forse non pensavamo che lavorare insieme in questa modalità fosse così complicato, che ci mettesse così alla prova, però è stato anche fattore di crescita per entrambi, perché poi ognuno ha imparato molto dal modo di lavorare dell’altro. Mentre io magari sono più abituata a cose più visionarie, mi sono dovuta invece “ingabbiare” in un a struttura di fumetto più rigida, più canonica. Rocco al contrario si è dovuto lasciar andare un po’ di più.
Avete coperto tutti i ruoli, entrambi? Disegnatori, sceneggiatori, revisori… Avete fatto tutto insieme?
Rocco: sì. Spesso nel fumetto ci sono il ruolo di sceneggiatore e disegnatore che lavorano quasi in simbiosi, però in effetti è molto molto raro che due disegnatori lavorino insieme.
Progetti futuri?
Marina: sono in cantiere dei libri, però sono ancora in fase embrionale. Sto cercando di unire l’aspetto musicale del mio lavoro a quello dell’immagine.
Rocco: sto lavorando a quello che sarò un libro lungo, però questa volta senza usare le parole. Quindi proprio, come dicevamo prima, per affermare la potenza dell’immagine. Qualcosa di immediato, anche se tratta temi un po’ complessi che girano introno al tema del disegno, dell’immaginazione e del loro ruolo. Poi sto collaborando con uno scrittore per illustrare un suo romanzo, qualcosa cui tenevo da tempo, collaborare con qualcuno che scrive e basta. Abbiamo una sintonia ottima, mi piace quello che scrive, ma io faccio il mio mestiere e lui il suo! Però entrambi abbiamo questa volontà di riproporre un tipo di libro come una volta, il “romanzo con illustrazioni” destinato agli adulti. Qualcosa che volevamo entrambi sperimentare.
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